Premesso che fare la mamma è un mestiere nuovo per tutte le mamme e che è un’abilità che si impara commettendo errori ma sopratutto premesso che, con certi bambini, il percorso educativo è più difficile che con altri, voglio tracciare alcune linee guida.
Capita molto spesso di trovare donne sopratutto nei primi anni di vita del bambino che si sentono inadeguate, sovrastate dalla novità, con sensi di colpa, che non riescono a godersi i primi anni, non si divertono, si trascurano e trascurano anche la loro relazione di coppia. Eppure i primi anni sono fondamentali per il bambino, per la sua crescita, viverli in modo positivo è fondamentale.
Non farsi sovrastare da tempeste ormonali, parentali e da aspettative troppo elevate su noi stesse è importante.
In questi anni il bambino sviluppa la sua personalità attraverso la relazione con le persone importanti della sua vita: quelle che passano più tempo con lui, quindi bisogna sceglierle con grande attenzione e dare il meglio di noi.
Anche se sono sempre più convinta che buona parte del carattere sia già in parte definito: ci sono bambini già molto abili dal primo giorno di vita a tenere la mamma a sè e a farle fare proprio quello che vogliono loro, premiandola e punendola. Quindi in un’altro capitolo si dovrebbe anche parlare dell’educazione della mamma da parte del bambino!
La mamma sia all’inizio della relazione sia successivamente dovrebbe cercare di dare lei le regole, e questo non è scontato, ad esempio sui pasti, sul sonno, in modo che poi possa continuare a darle, almeno in parte, con una certa autorevolezza su altri argomenti come il tempo da passare sul tablet.
Ci sono cose così ovvie che pare eccessivo sottolinearle, ma sono fondamentali: il bambino va educato all’autonomia, nel tenersi pulito, come nel tagliarsi la carne, bisogna spendere tempo nel renderli il più possibile autosufficienti, a gestire il loro abbigliamento, la camera, i compiti… Poi ci sono le eccezioni: i vizi, le regolesono proprie di quella famiglia e diverse da quelle di un’altra.
Un’altra cosa ovvia, ma importante, è che le figure genitoriali stabiliscano regole condivise che andranno comunicate ai figli e fatte rispettare. Il bambino non sa come ci si comporta al parco, al ristorante, a scuola e bisogna mettere del tempo (a volte anche molto) per chiarire questi aspetti.
Se non ci sono energie/tempo/emozioni da parte dei genitori nell’educare, il figlio poi capirà a sue spese i comportamenti corretti. Ci sono bimbi che osservando gli adulti, i coetanei e sanno fare tutto bene subito, ci sono bimbi che hanno difficoltà ad apprendere, perchè ricevono messaggi contrastanti o per altri motivi e con loro è molto più difficile e frustrante il processo educativo ma non impossibile.
Se il bimbo ha un comportamento non adeguato rispetto alle regole della famiglia, tutta la famiglia si deve adoperare per chiarire il problema e trovare una soluzione. Silenzio assenso, se al comportamento scorretto non c’è un rimprovero sarà sdoganato.
Se un comportamento non corretto viene non gestito per il bambino è accettato quindi pensa sia corretto. Se il bambino dice una parolaccia o ha un comportamento aggressivo, possiamo sgridarlo ma se poi osserva negli adulti questi comportamenti per lui sono corretti, l’esempio prevale sempre, se mentre lo sgridiamo facciamo una battuta o un sorrisetto “speciale” abbiamo invalidato la sgridata.
Più è piccolo più il bimbo è in simbiosi emotiva con la mamma, posto che sia lei a passare più tempo con lui, questo vuol dire che le emozioni del bambino sono lo specchio di quelle della mamma, a volte per tranquillizzare un bimbo basta che sia prima la mamma a farlo. Io non mi occupo di counseling pediatrico, però molto spesso se si modificano le emozioni della mamma si modificano anche quelle del bambino.
Le parole chiave sono: tempo, perchè ce ne vuole molto, emozioni, perchè più è piccolo il bimbo, ma anche dopo, lui legge l’emozione, il non verbale e l’idea di famiglia, il suo mood con il suo proprio mondo di regole condivise e reazioni.
Rivolgersi ad uno psicologo per avere un confronto sul proprio modus operandi o per superare una difficoltà è la soluzione più efficace, perchè spesso è difficile essere consapevoli dei nostri -errori- nelle situazioni emotivamente più coinvolgenti come quelle genitoriali.